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Unico Club ufficialmente riconosciuto dall'E.N.C.I. per la tutela della razza "Magyar Vizsla a Pelo Corto e a Pelo Duro" in Italia

ORIGINI E STORIA DEL MAGYAR VIZSLA A PELO CORTO

Si narra che i Vizsla abbiano avuto origine nel IX secolo, ma tutto ciò che invece possiamo ipotizzare è solamente qualche caratteristica che alcuni dei suoi antenati potevano avere.
Secondo tutte le indicazioni, il Vizsla simile alla razza che conosciamo oggi è stato allevato in Ungheria, allora parte dell'Impero austro-ungarico, a partire dal XVII secolo.
Da allora si sono quasi estinti e riportati in vita due volte.
La prima fu all'inizio del 1900, la seconda dopo la seconda guerra mondiale.

DALLE ORIGINI AL MEDIOEVO

Le tribù Magiare arrivarono nell'attuale Ungheria intorno all'896 d.C. dall'est. La loro attività principale, la caccia a cavallo, era multifunzionale. Permetteva loro di nutrire e vestire la loro gente, oltre a esercitarsi a combattere a cavallo. I cani erano i loro principali aiutanti. Archeologi e zoologi ritengono che i Magiari avessero con sé almeno due tipi di cani quando sono arrivati. A sostegno di questa teoria ci sono fossili di cani rinvenuti in 18 cimiteri e 15 abitazioni: 32 scheletri interi e 23 teschi sono datati tra il X e il XIV secolo, il periodo compreso tra l'insediamento delle tribù Magiare e la fine della dinastia Árpád, la famiglia dei sovrani fondatori.
Secondo i ricercatori, i cani hanno ricoperto ruoli mitici e sacrificali nella vita dei primi Magiari. In alcuni casi, i cani venivano sepolti con i loro proprietari, portando gli archeologi a concludere che la sepoltura con i cani assicurava il viaggio sicuro del proprietario in un altro regno dopo la morte.Cane che indossa un collare decorato, Decorazione di un'imbracatura per cavalli, risalente al X° Secolo, Rinvenuto nel 1978 negli scavi della città di Gadoros in Ungheria.Cane che indossa un collare decorato, Decorazione di un'imbracatura per cavalli, risalente al X° Secolo, Rinvenuto nel 1978 negli scavi della città di Gadoros in Ungheria.
È interessante notare che non sono stati scavati altri resti di animali. Ciò indica che i cani avevano un posto speciale nella vita dei primi ungheresi.
In questi reperti archeologici, i cani sono raffigurati separatamente da altri animali come cervi o lupi.
La decorazione di un'imbracatura per cavalli rinvenuta negli scavi della città di Gádoros (Provincia di Bekes, a sud est dell’Ungheria) raffigura un cane che indossa un collare particolare.
Ciò suggerisce l’utilizzo dei cani negli speciali cerimoniali di caccia.

Si ritiene che alcune delle razze originarie della genealogia del Vizsla provengano dal levriero asiatico turco, dal buffon e dai segugi gialli turchi.
Alcune fonti affermano che i levrieri di tipo sloughi ed il cane da caccia della Transilvania potrebbero essere presenti nell’albero genealogico del Vizsla come è conosciuto in Ungheria ed in gran parte dell'Europa attuale.
 
Gli antenati di Vizsla arrivarono quindi con le tribù Magiare in migrazione verso l’Ungheria. I cani gialli di taglia media accompagnavano ovunque i loro padroni e divennero il cane preferito durante le spedizioni di caccia.
L'acuto senso dell'olfatto e l’istinto costante a trovare la preda, rendevano gli antenati del Vizsla dei cani da caccia eccezionali per i loro padroni.
Lo stretto livello di collaborazione con i cacciatori li ha resi unici. Una volta che questi cani trovavano la preda, la segnalavano al cacciatore puntando con la testa bassa, la coda eretta e la zampa anteriore sollevata. Il cacciatore avrebbe successivamente scoccato la sua freccia o inviato il proprio falco per uccidere la preda, ed il cane avrebbe riportato quindi l'animale morto.
 
Le immagini degli antenati dei Vizsla compaiono lungo l’arco di diversi secoli.
 
Codex Albensis, anno 1100 circa. E' considerata dagli storici la rappresentazione più antica di un antenato di Vizsla.Codex Albensis, anno 1100 circa. E' considerata dagli storici la rappresentazione più antica di un antenato di Vizsla.La rappresentazione più antica è un disegno a penna contenuto nel Codex Albensis, risalente al 1100 circa. Questo antifonario, una raccolta di canti religiosi, è stato decorato a mano da uno dei suoi lettori dopo che il codice era ultimato.
Il disegno a penna raffigura un cane dalle sembianze di Vizsla in ferma su un coniglio che mangia con calma sotto un albero.
Il Codex Albensis è il più importante documento della storia medievale della musica ungherese e mitteleuropea. E' stato scritto in Ungheria durante la prima metà del XII secolo in onore del Re Stefano che regnò dal 1001 al 1038.
Attualmente il suo luogo di custodia è la Biblioteca Universitaria di Graz in Austria.
Magyar Anjou Legendarum, 1330. Magyar Anjou Legendarum, 1330.
Il Magyar Anjou Legendarium è un manoscritto miniato gotico di una raccolta di storie sulla vita dei Santi Cristiani importanti per la Casa d'Angiò d'Ungheria.

Fu realizzato in occasione del viaggio di Carlo I d'Ungheria e di suo figlio il principe Andrea a Napoli in Italia nel 1330.

Il Legendarium era un libro illustrato destinato ai bambini con un breve testo che accompagnava le immagini.
I pittori dell'opera provenivano da Bologna e lo dipinsero nello stile tipico del trecento.

In una raffigurazione vengono rappresentati due cani in primo piano.
Quello sulla sinistra ha le chiare sembianze di un Vizsla così come lo conosciamo noi oggi.

Porzioni del manoscritto si trovano nella Biblioteca Vaticana, nella Morgan Library and Museum di New York e nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.

La prima documentazione riguardante la cultura ungherese è il "Chronicon Pictum", nome completo “Chronicon pictum, Marci de Kalt , Chronica de gestis Hungarorum”, una cronaca illustrata medievale del Regno d’Ungheria della seconda metà del XIV secolo.
La cronaca fu scritta da Marco di Kalt (in ungherese Kaiti Mark) ed illustrata dai monaci carmelitani nel 1357.
Fu donata dal grande re ungherese Luigi I al re di Francia Carlo V quando la figlia di Luigi, Caterina, era fidanzata con il figlio di Carlo Luigi I, duca d'Orléans.
Il manoscritto è ora conservato nella Biblioteca Nazionale Széchényi di Budapest.

Chronicon Pictum, 1358. Scena della caccia all'orso. In primo piano è raffigurato un cane di razza simil Agar, dietro un cane della razza Szelindek ora estinto.Chronicon Pictum, 1358. Scena della caccia all'orso. In primo piano è raffigurato un cane di razza simil Agar, dietro un cane della razza Szelindek ora estinto.
Chronicon Pictum, 1358. La leggenda del Cervo Magico. La Lettera "A" è il capolettera miniato che illustra la leggenda di Hunor e Magor (gli Unni e gli Ungheresi) e mostra quattro cani. Quello a destra in secondo piano ha le sembianze riconducibili ad un Vizsla.Chronicon Pictum, 1358. La leggenda del Cervo Magico. La Lettera "A" è il capolettera miniato che illustra la leggenda di Hunor e Magor (gli Unni e gli Ungheresi) e mostra quattro cani. Quello a destra in secondo piano ha le sembianze riconducibili ad un Vizsla.Chronicon Pictum, 1358. The Hunt of Csori. La lettera "D" è il capolettera miniato che illustra un'altra scena di caccia, probabilmente alla pernice. In primo piano è riconoscibile un cane dalle sembianze di un probabile Vizsla in corsa. Chronicon Pictum, 1358. The Hunt of Csori. La lettera "D" è il capolettera miniato che illustra un'altra scena di caccia, probabilmente alla pernice. In primo piano è riconoscibile un cane dalle sembianze di un probabile Vizsla in corsa.

Contiene alcune scene di caccia che raffigurano Vizsla, Agar e Szelindek, una razza ora estinta, a dimostrazione di quanto importante fosse il ruolo dei cani nella vita quotidiana dell’aristocrazia Ungherese.
In tre immagini vengono raffigurati cani simil Vizsla: nella scena della caccia all’orso e nelle capolettere miniate “A” e “D”.
Pannello Gotico, 1480. Christian Museum di EszergomPannello Gotico, 1480. Christian Museum di Eszergom
Di straordinaria importanza per la storia dell'arte ungherese è la collezione di pannelli gotici dipinti su tavola del XV-XVI secolo conservati al Christian Museum di Eszergom, poiché pochissime opere sopravvissero all’occupazione turca dell'Ungheria.

In uno di questi, datato 1482, è raffigurato un cane che ha sicuramente le fattezze di un Vizsla.

Dizionario Banská Bystrica del 1395.Dizionario Banská Bystrica del 1395.La parola "Vizsla" appare la prima volta nel dizionario Banská Bystrica del 1395 che fu scoperto nel 1891 dall'insegnante Albert Berger ora conservato nell'archivio Besztercei in Slovacchia.

Probabilmente era un libro di testo in cui i termini erano raggruppati per argomento, non in ordine alfabetico.

La parola Vizsla si trova nell'argomento Cani, pagina 9.    

Il Magyar Vizsla come lo conosciamo oggi non esisteva in quel momento con tutta probabilità, né possiamo affermare con certezza che ne esistessero quando una famosa citazione nella lettera del 1508 di una gentildonna ungherese di nome Battyhany a suo figlio Balthasar parla di un dono di Vizsla.

La parola "Vizsla" che in ungherese significa pointer/puntatore, nella lettera avrebbe quindi potuto riferirsi a qualsiasi cane “da punta” usato in quel momento per la caccia.
Il documento non riportava alcuna descrizione dettagliata del cane, ma solo la parola vizsla.

Basare il presupposto che il Vizsla come lo conosciamo oggi, esistesse nelle tenute di Battyhany su questo unico riferimento, è solo una velleità.

Uno dei migliori esempi storici scritti che descrivono il modo in cui i nobili trattavano i loro cani come animali domestici amati risale al XV-XVI secolo.
Il Principe polacco Zsigmond, fratello minore del re ungherese e ceco Ulászló II, visse per un breve periodo (1498-1501)  in quello che era considerato il centro della nobiltà ungherese, il Castello di Buda.
Gli storici scoprirono i suoi libri contabili che furono pubblicati nel 1914. Secondo questi documenti, il Principe Zsigmond spendeva molto denaro per fare il bagno ai suoi cani. Aveva riservato acqua e sapone per loro e stipendiava una lavandaia dedicata esclusivamente a loro.
Gli storici hanno rilevato anche che Zsigmond portava con sé i propri cani ogni volta che viaggiava e che riceveva volentieri Vizsla, Agár e altri cani da caccia come doni speciali dai suoi sudditi.
Teseide Barthélemy d'Eyck, “Emilie a caccia che assiste nella lotta tra Arcitas e Palamon”, 1460. Biblioteca Nazionale AustriacaTeseide Barthélemy d'Eyck, “Emilie a caccia che assiste nella lotta tra Arcitas e Palamon”, 1460. Biblioteca Nazionale Austriaca
Un altro esempio della portata della cura dei cani da parte della nobiltà ungherese risale al 1525.

Il Re ungherese Lajos II era pazzo dei suoi cani. Teneva i preferiti nelle sue stanze personali e furono trovati persino al suo tavolo da pranzo reale, un'abitudine che sconvolse i dignitari della Chiesa.

Prima di partire per combattere l'Impero Ottomano nel 1526, il Re disse ai suoi servi: "assicuratevi di prendervi cura dei miei cani. Lavateli due volte a settimana!"

Nel 1504 la monarchia proibì ai contadini di cacciare alci, cervi, conigli, cinghiali e fagiani. Questo fu il primo passo per fare della caccia un nobile privilegio.

Il Regno d'Ungheria era basato sul feudalesimo e la caccia continuò ad essere un segno principale di status per l'aristocrazia.


DAL MEDIOEVO ALL'ETA' MODERNA

Durante l’occupazione dell’Ungheria da parte dell’Impero Ottomano, avvenuta nel periodo compreso tra il 1526 ed il 1686, molta documentazione andò perduta, compresi i documenti che potevano fornire informazioni sui cani da caccia ungheresi.
In quel periodo la cultura ungherese fu fortemente influenzata dai Turchi e si può quindi presumere che i loro cani da caccia turchi gialli vennero incrociati con i cani degli Ungheresi.
Ne è riprova di questo il colore giallo/rosso tipico del Vizsla, caratteristica di molti cani dell'Asia.

Da qui è partita la base del Vizsla in Ungheria dell’età moderna, anche se ancora differiva in forma e funzione dalla razza Vizsla come la intendiamo oggi.

Vi furono riferimenti nella corrispondenza del sultano di Turchia al governatore della regione di Dunaj dal 1515 al 1563 che menziona un "Vizsla" ungherese.
Nel corso del dominio dell’Impero Ottomano, i cani da caccia gialli andarono però via via scomparendo dalle terre dell’Ungheria fino all'estinzione.
Molto più probabile la presenza di cani da ferma tedeschi che iniziarono ad essere popolari in quella regione, dopo che la caccia con falchi e cavalli non era più possibile.

Francis Sartorius "Hunting Scene" 1734. Collezione privata, Inghilterra.Francis Sartorius "Hunting Scene" 1734. Collezione privata, Inghilterra.Dopo 150 anni di occupazione dell'Impero Ottomano, gli Asburgo governarono l'Ungheria.
Durante questo periodo, la caccia continuò ad essere un diritto esclusivo della nobiltà.

I Vizsla erano in grado di svolgere il ruolo che altri cani da caccia svolgevano, e la loro popolarità tra i cacciatori di tutta Europa aumentò vertiginosamente.

Questa razza altamente specializzata venne portata in Germania ed in Inghilterra per incrociarsi con i Pointer, con i Segugi, con i Kurzahaar, con i Drahthaar per raggiungere le attuali caratteristiche del Vizsla.

Non c'è dubbio che anche i setter inglesi furono aggiunti al mix.
E’ proprio l’immissione del setter nel vizsla che ne ha generato la presenza dell’allele “l” (elle minuscolo) recessivo e portatore del gene pelo lungo.

Gli allevatori ungheresi però hanno accuratamente selezionato il ceppo da riproduzione per ottenere il colore giallo sabbia crosta di pane (semmelgelb) dei loro Vizsla poiché era un colore molto adatto per la caccia agli uccelli selvatici nelle pianure dell'Ungheria.

Presumibilmente già nel XVIII secolo il Vizsla raggiunse l'Inghilterra.
Uno dei dipinti del pittore inglese Francis Sartorius della Moravia raffigura un cane giallo, simile al Vizsla, tra i cani da caccia.
Il castello di Uhrovec, oggi un rudere, si trova nella regione di Trenčín nell' attuale Slovacchia, ma Ungheria fino al Trattato del Trianon.  Apparteneva alla nobile famiglia dei Baroni Zay che nel 1731 avviarono il primo allevamento di Vizsla di cui si abbia conoscenza. Il castello di Uhrovec, oggi un rudere, si trova nella regione di Trenčín nell' attuale Slovacchia, ma Ungheria fino al Trattato del Trianon. Apparteneva alla nobile famiglia dei Baroni Zay che nel 1731 avviarono il primo allevamento di Vizsla di cui si abbia conoscenza.

Secondo i dati del 1731, la famiglia dei Baroni Zay di Zayugroc nella regione di Trenčín, nell'odierna Slovacchia, iniziò ad allevare Vizsla per la prima volta in senso moderno.

E’ probabile che anche un bracco spagnolo proveniente dall'Inghilterra fosse coinvolto nell'allevamento.

Nel corso del XVIII secolo in Ungheria l’allevamento di Vizsla si diffuse notevolmente, soprattutto in conseguenza alla diffusione delle armi da fuoco che aveva fatto aumentare la richiesta di cani adatti alla caccia di piccola selvaggina.



DALL'ETA' MODERNA AI GIORNI NOSTRI

Col passare degli anni il Vizsla fu noto come "il regalo dei Re" e la razza fu ristretta alla nobiltà del grande Regno Ungarico comprendente Ungheria e Cecoslovacchia all'epoca a ridosso della prima guerra mondiale.
Ricevere un selezionato "Royal Golden Vizsla" era un onore concesso solo a pochi, onore che fu conferito alle Regine d’Italia e Spagna ed alla Principessa Iolanda di Savoia, figlia del Re d'Italia.

In Ungheria, dopo la sconfitta della Guerra di Indipendenza nel 1848-49, il numero di Vizsla diminuì in seguito al decreto del 1853 che cambiò il diritto alla caccia da competenza dell’autorità ungherese a quella austriaca.
Ed i veri patrioti si rifiutarono di piegarsi alle nuove regole.
D'altra parte però, chi non aveva il permesso di caccia non poteva tenere un cane da caccia, e quindi il Magyar Vizsla divenne una vittima di questa sanguinosa rappresaglia conseguente alla Guerra di Indipendenza.

A quel tempo, anche i bracchi tedeschi ed i pointer inglesi erano molto diffusi in Ungheria, e fu proprio allora che vennero coinvolti nell'allevamento del Vizsla.
E si ottenne così la sua espressione moderna, dopo essere stato incrociato con queste diverse razze di cani da caccia straniere.
Il risultato fu un cane da caccia polivalente, un eccellente cane da traccia, un fine puntatore, un affidabile ausiliario.

Iniziava proprio in questi stessi anni in Ungheria la pratica degli sports per cani: nel 1882 nei campi vicino a Budapest si tennero delle prove Field Trials alle quali presero parte in diverse classi sia pointer inglesi che bracchi probabilmente nati da incroci di Vizsla con pointer inglesi e kurzahaar.
Nel 1886 la vincitrice di questo Field Trials fu “Linda” di Jànos Tulok così letteralmente identificata: “cagna giallo chiaro senza pedigree”.
Il Conte Vilmos Festetics de Tolna nato a Vienna nel 1848, morto a Toponar nel 1931. Le prime prove ufficiali di Field Trials in Ungheria si svolsero nel 1922 sui terreni del suo Castello nei pressi del Lago Balaton.Il Conte Vilmos Festetics de Tolna nato a Vienna nel 1848, morto a Toponar nel 1931. Le prime prove ufficiali di Field Trials in Ungheria si svolsero nel 1922 sui terreni del suo Castello nei pressi del Lago Balaton.
L'anno dopo, i Vizsla presenti allo stesso Field Trial erano diminuiti, così come l'interesse dei cacciatori locali per questa razza.
Molti dei rimanenti allevatori iniziarono a preoccuparsi del futuro della razza.
Cominciarono quindi a cercare nel paese i Vizsla di razza pura, ritrovandone solo una dozzina con i quali avviarono il lavoro per ristabilire la razza con questi pochi superstiti.

Non si sa quali altri tipi di cani da ferma siano stati utilizzati negli incroci, ma è quasi certo che siano stati utilizzati lo Yellow Transylvania Hound, il Pointer Inglese, il Kurzahaar, il Setter Irlandese (portatore del gene a pelo lungo che sporadicamente ancora appare in qualche cucciolata), il Weimaraner.

Una nota riguardo a quest’ultimo: l’immissione del Weimaraner è attuale argomento di discussione a causa della genetica del colore, che porterebbe ad ipotizzare un percorso inverso, ovvero che sia stato il Vizsla ad essere stato utilizzato nella genetica del Weimaraner.

A prima vista, sembrava che lo sperato rinnovamento della razza non fosse avvenuto: questa era ancora decimata ed il numero in costante diminuzione, mentre la popolarità del pointer inglese sempre maggiore. Il Magyar Vizsla era una razza in sofferenza incapace di competere con quella popolarità.

Ci sono diverse opinioni espresse dagli allevatori di Vizsla in Europa sulle razze utilizzate per assicurare la razza dall'estinzione.

Una delle opinioni è che il moderno Vizsla ungherese sia nato dall'incrocio tra differenti cani da ferma con segugi, perché nel 1935 furono registrate cucciolate di Vizsla morfologicamente simili a sia a pointer che a segugi.

Comunque poco importa cosa si possa pensare riguardo all’allevamento outcross dei primi anni del 1900, certo è che molti allevatori in quel momento si attenessero alla visione dell'obiettivo finale: riportare il Magyar Vizsla alle sue origini.

Nel novembre del 1916, il Dr. Tibor Thuroczy pubblicò nel periodico di caccia Nimrod Vadaszujsag un appello per salvare la razza Vizsla:

"…Si tratta del bracco giallo, di cui un paio di cuccioli camminavano costantemente nel cortile della casa di mio nonno quando ero bambino, e sempre si poteva trovare nella maggior parte delle dimore dei nostri villaggi. Da allora, il loro numero è diminuito e potrei persino dire che l'intera razza è scomparsa. Questa specie non era equilibrata per colore e carattere. Aveva una struttura ossea leggera e le orecchie da bracco. Alcuni soggetti erano più alti, altri più simili agli spaniel. Il loro colore variava dal giallo chiaro al rosso sangue in tutte le sfumature. Inoltre questa razza allevata si dimostra anche altamente docile e che tutto ciò che ci aspettiamo da un vizsla è già nato con loro”.
(Tibor Thúróczi)
 
Il suo articolo suscitò grande riscontro, molti parlarono a favore del vecchio bracco giallo ungherese e nel 1917 ne furono ritrovati 14 soggetti.

Il movimento era guidato dal Dr. Kálmán Polgár, da Károly Bába e da Béla Kerpely: una squadra di specialisti della zootecnia che salvò il Vizsla e lo portò nel futuro.

Il pedigree venne avviato con 11 individui, al cui allevamento vennero coinvolti anche ulteriori soggetti ritenuti idonei sia per attitudine al lavoro che per tratti morfologici.

Witti del Dr Gyula, 1917Witti del Dr Gyula, 1917Nel novembre del 1917, il Dr. Gyula scrisse sulla rivista Nimrod che il suo maschio Witti, addestrato sul campo per tre mesi, era diventato all'età di 6 anni un cane da caccia perfettamente addestrato.

Questo cane divenne un capostipite molto importante nella ricostruzione della razza.

A partire dal 1918, Witti è il nome che appare praticamente in tutti i pedigree della sua numerosa prole lungo un arco di addirittura 16 anni. Prole dalla quale veniva escluso qualsiasi cane con pezzature bianche.

La linea di Witti ha contribuito enormemente alla razza.
 
Copertina del libro "A Magyarvizsla" scritto da Karoly Baba nel 1928Copertina del libro "A Magyarvizsla" scritto da Karoly Baba nel 1928

Károly Bába ha poi lasciato ai posteri la sua esperienza nel libro
“A Magyarvizsla”, scritto nel 1928. 
 
“…Il mio amore per il Magyar Vizsla, il mio orgoglio per essere ungherese e la mia gratitudine per tutti quei ricordi condivisi con il mio compagno di caccia intelligente, leale ed eccellente - così tanti, cari ed indimenticabili - mi fanno scrivere questo libro informativo.

Il mio obiettivo è inoltre quello di orientare anche i proprietari e gli allevatori dei Magyar Vizsla, cani sempre più apprezzati e che hanno le caratteristiche più adatte alle nostre condizioni di caccia...

Ultimo ma non meno importante, come cacciare correttamente con il nostro Vizsla ”

(Bába Károly)

 
Gli sforzi di rinnovamento degli allevatori di Vizsla in Ungheria ricevettero un tragico arretramento nel 1920 dopo il trattato di pace del Trianon con cui le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale stabilirono le sorti del Regno d'Ungheria in seguito alla dissoluzione dell'Impero austro-ungarico.
Il trattato venne firmato il 4 giugno 1920 nel palazzo del Grand Trianon di Versailles (Francia).
Gli attori principali del trattato furono le potenze vincitrici, i loro alleati e la parte sconfitta. Le potenze vincitrici comprendevano Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia; i loro alleati erano Romania, Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (in seguito Jugoslavia) e Cecoslovacchia; mentre la parte sconfitta era l'ex monarchia austro-ungarica, rappresentata dall'Ungheria.
Il trattato fu ritenuto unilaterale ed ingiusto anche dai contemporanei e secondo alcuni storici contribuì in modo significativo allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Con il Trattato del Trianon l’Ungheria, uscita appunto sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale, cedeva alla Romania, alla Cecoslovacchia, all’Austria, all’Italia ed al neo-nato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni circa due/terzi del proprio territorio.

Tre milioni e mezzo di ungheresi delle zone perse  furono costretti ad ambientarsi in breve tempo entro i nuovi confini.

I Carpazi non furono così  più i confini naturali dell'Ungheria, come lo erano stati per migliaia di anni. 

Molti Vizsla ungheresi rimasero al di fuori dei nuovi confini ungheresi e vennero dispersi alla continuità storica della razza ungherese, sebbene alcuni allevatori proseguirono con le linee originali in Slovacchia e Romania.

D'altro canto, il crescente patriottismo aveva suscitato interesse nell'allevamento delle razze nazionali.

Al centro il Dr PolgarAl centro il Dr PolgarL’Associazione degli allevatori ungheresi del Magyar Vizsla fu istituita nel maggio del 1920 e nello stesso anno il Prof. Raitsits e il Dr. Polgar istituirono il primo libro genealogico della razza.

Le prime prove ufficiali di Field Trials si svolsero nel 1922 nella tenuta del conte Vilmos Festetics.

Un grande impulso alla razza venne dato dalla vittoria di un cane di proprietà di Károly Bába, il CH Vegvari Betyar che in quella prova battè sia i pointer inglesi che i kurzahaar.

Betyar divenne una star e di lui si racconta ancora che all’età di 13 anni fosse in grado di cacciare per i campi senza stancarsi dalle prime ore del mattino fino al tramonto, anche nel caldo opprimente di agosto.
Vegvari Betyar IV, – Vincitore dell’Esposizione del 1926-1927 e Vincitore del I° Premio della “National Hunting Competition”. Károly Bába, 1925.Vegvari Betyar IV, – Vincitore dell’Esposizione del 1926-1927 e Vincitore del I° Premio della “National Hunting Competition”. Károly Bába, 1925.
Una femmina di Vizsla, CH Kati, è stata considerata la migliore in campo per molto tempo, raggiungendo i risultati di Betyar poco dopo. Durante la sua vita, Kati ha generato un totale di 73 cuccioli.

Il Vizsla aveva finalmente riacquistato popolarità e prosperità.
 
Logo del Club Nazionale "Orszagos Vizsla Club"Logo del Club Nazionale "Orszagos Vizsla Club"
Nel 1924, venne istituito Club Nazionale “Orszagos Vizsla Club” sotto la guida del Dr. Kalman Pogar.

Polgar pubblicò la storia del Vizsla nel giornale "Nimrod" nel 1934, elencando tutti i cani che avevano contribuito allo sviluppo della razza dal 1918.

Il primo standard della razza fu completato il 30 maggio del 1928,  fu modificato nel 1934 e poi pubblicato nel giugno 1936 dal neo formato Vizsla Club Nazionale (OVC).

Nel 1935 la Federation Cynologique Internationale (FCI) registrò il Magyar Vizsla tra le razze ufficialmente riconosciute.

La distribuzione in tutta Europa avvenne soprattutto attraverso le case reali e le famiglie nobili che lo utilizzavano per la caccia.

Alla fine degli anni '30 Gàbor Kolossy scrisse il libro “Betyar a Magyar Vizsla”, pubblicato nel 1942.
Questo libro, considerato una pietra miliare per i cultori della razza, è ancora attualissimo nell’insegnamento su come allevare ed addestrare il Magyar Vizsla da cucciolo ad inseparabile cacciatore.

Il protagonista del libro di Gàbor Kolossy è Betyar X, nato il 23 maggio 1932.
Padre: Eternal Winner of Challenge Prize, Eternal Champion Vegvari Betyar
Madre: Csitri II
Proprietario Gàbor Kolossy.

Il nome “Betyar” si può tradurre con la parola “Bandito”

Nel 1944 cinquemila Magyar Vizsla furono registrati in Ungheria.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, a partire dal 1945, l’Ungheria subì l’occupazione russa.

Gli ungheresi, temendo che tutti i Vizsla sarebbero stati uccisi dai russi poichè rappresentavano il simbolo dell'aristocrazia ungherese, spararono ai loro cavalli ed ai loro cani in modo che non cadessero nelle mani nemiche.
Durante l'occupazione russa, il numero di Vizsla presenti in Ungheria si ridusse al dieci per cento. Ungheria 1940, a caccia con il Vizsla.Ungheria 1940, a caccia con il Vizsla.

L'allora detentore del libro genealogico, Oberst Jenö Dús (morto nel 1963), fuggì in Austria e seppellì i tre libri genealogici ungheresi al confine tra Austria e Ungheria.
Non furono mai più ritrovati e quindi la maggior parte dei documenti riguardanti la razza fino al 1945 andarono irrimediabilmente persi.

Alcuni ungheresi riuscirono però a salvare un certo numero di Magyar Vizsla.

Ad esempio, durante il ritiro delle truppe tedesche, un guardaboschi del Conte von Eszterházy diede un maschio Vizsla, anch’esso di nome Betyár, registrato con pedigree ungherese numero 1, alla coppia veterinaria Eduard e Ilse Hofbauer di Vienna.

Nello stesso periodo la Baronessa ungherese Elizabeth von Mihalyi riuscì a fuggire a piedi dall’Ungheria affrontando un viaggio rocambolesco sotto le bombe attraverso le campagne ungheresi.
Raggiunse l’Austria portando con sé la propria femmina di Vizsla di nome Panni XV, registrata con pedigree ungherese numero 2.
PANNI XV°, nata il 13 maggio 1949, OHZB UNGK 2, propr. Baronessa Elizabeth V. MihalyPANNI XV°, nata il 13 maggio 1949, OHZB UNGK 2, propr. Baronessa Elizabeth V. Mihaly
PANNI XV fu una delle rare Vizsla pure sopravvissute alla Seconda Guerra Mondiale.

Finalmente salva in Austria e sotto la protezione dell’esercito Inglese, la Baronessa Mihaly si mise in contatto con il Kennel Club Austriaco con lo scopo di trovare il giusto razzatore per Panni XV.

E così fu messa in contatto con i coniugi Eduard e Ilse Hofbauer di Vienna che custodivano il maschio Betyar del Conte von Eszterházy.

Fu così che Betyár e Panni XV costituirono la base della maggior parte delle linee dei Vizsla in tutto il mondo, dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Altra immagine di PANNI XV°. Le due rappresentazioni sono state disegnate dalla proprietaria la Baronessa ungherese Elizabeth von Mihaly, fine pittrice.Altra immagine di PANNI XV°. Le due rappresentazioni sono state disegnate dalla proprietaria la Baronessa ungherese Elizabeth von Mihaly, fine pittrice.Parallelamente in Ungheria, la fine della Seconda Guerra Mondiale coincise con l'inizio dell'occupazione Sovietica.

Ne conseguì che la popolazione di Vizsla diminuì ulteriormente poichè i comunisti che governavano l'Ungheria erano portati a credere che gli ungheresi che possedevano Vizsla fossero ricchi.
I comunisti perseguitarono i cani ed i loro padroni.

Molti furono gli ungheresi che in fuga dal paese portarono con sé i propri cani.

I Vizsla sfuggiti quindi dall'Ungheria comunista negli anni '50 divennero la base dell'allevamento di tutte le generazioni successive che lo resero una razza molto popolare in diverse nazioni, in special modo negli Stati Uniti, nel  Regno Unito ed in Argentina.

Nello stesso periodo, in terra d'origine per compensare le perdite di soggetti, il salvataggio della razza venne iniziato nel 1947 presso un allevamento stabilito a Gödöllő con gli individui trovati.

Riferisce di questo e del periodo successivo Mihály Kende in una sua lettera, lo stesso Mihály Kende che nel 1956 istituirà il MEOE Ungherese (il Kennel Klub ungherese, l’omologo del nostro ENCI).

Dall'America all'Inghilterra e poi anche nel resto d'Europa, oltre che, naturalmente, nel Paese d'origine, dopo la seconda guerra mondiale, il Vizsla conobbe così, un nuovo momento d'oro.

Godollo, Ungheria 1949 Vizsla in addestramento su lepreGodollo, Ungheria 1949 Vizsla in addestramento su lepreA differenza dell'Inghilterra, però, ove la razza vanta numerosi cultori ed un elevatissimo numero di iscrizioni ai libri delle origini, in Italia la diffusione della razza non ha mai goduto delle medesime fortune, anche se, ad onor del vero, presso di noi questi cani sono ancora discretamente in mano a cacciatori.

Nel nostro Paese, a riconoscimento degli sforzi di alcuni allevatori e di un Club presente ed attivo anche in campo sportivo, la situazione continua a migliorare sia in senso quantitativo e sia in senso qualitativo, con un sempre maggior interesse, non solo dei cacciatori puri, ma anche dei cinofili agonisti.

Il suo carattere affettuoso, le sue dimensioni non eccessive  e la sua indiscutibile bellezza lo hanno posto fra i cani scelti per dare felicità alle famiglie, suscitando di conseguenza l’interesse di molti allevatori-espositori a discapito spesso della sua vocazione venatoria.

La Principessa Jolanda di Savoia (1901-1986).La Principessa Jolanda di Savoia (1901-1986).Si suppone che la razza sia stata introdotta in Italia dalla Principessa Jolanda di Savoia, figlia del Re d’Italia Vittorio Emanuele III, che fu una cinofila sincera.

Fine Anni ‘60 inizio ’70 la Signora Marcandalli Titolare con il marito Ambrogio dell'Allevamento Delectus con due Vizsla.Fine Anni ‘60 inizio ’70 la Signora Marcandalli Titolare con il marito Ambrogio dell'Allevamento Delectus con due Vizsla.La conoscenza della razza nella nostra penisola si deve però, ad Ambrogio e Teresita Marcandalli di Milano titolari dell'affisso "Delectus",  a Carlo Carlevarini da Castelverde di Cremona titolare dell'affisso "delle Bandite" ed a  Renato Gritti con i suoi "Cascina Croce", ambedue forse più noti al grande pubblico cinofilo per i loro Bracchi Italiani.

Questi, preceduti negli anni ‘60 dal consorte della Principessa Jolanda di Savoia il nobile piemontese Giorgio Carlo Calvi di Bergolo con i suoi "della Rocca di Pomaro", a cui in parte attinsero gli stessi cinofili appena nominati, furono comunque gli allevatori che, in un'era abbastanza recente, erano gli anni ‘70, si dedicarono a questa razza anche attraverso l'importazione di riproduttori di rango, tra cui ricordiamo il Campione Szilhati Alì e la femmina Koppanyparti Cili che si distinse anche in prove di lavoro nelle sapienti mani di Luigino Bottani.

Fine Anni ‘60 inizio ’70 la Signora Teresita Mercandalli fa guidare il suo Vizsla Akan della Rocca di Pomaro in una gara a quaglie. Quagliodromo di Segrate (MI)Fine Anni ‘60 inizio ’70 la Signora Teresita Mercandalli fa guidare il suo Vizsla Akan della Rocca di Pomaro in una gara a quaglie. Quagliodromo di Segrate (MI)In tempi recenti, le statistiche ufficiali fornite dall’ENCI confermano l’interesse crescente degli allevatori nei confronti di questa razza.

Le analisi delle iscrizioni di cuccioli registrati al Libro genealogico degli ultimi 10 anni rivelano una curva in costante crescita, partita da un totale di 122 soggetti registrati nel 2011 e che chiude il 2021 con un picco di 481 soggetti registrati.
 
In Italia il Vizsla a pelo corto, come il “fratello” a pelo duro, viene tutelato dalla società specializzata riconosciuta:
ASSOCIAZIONE MAGYAR VIZSLA CLUB ITALIANO Corso Milano, 54 - 35139 Padova cell 347.2935062.



   Ricerca e traduzione a cura di Mariella Michelon 
 
 
   Nota dell'Autrice:
Ho volutamente trasferito la mia ricerca sulle origini e storia del Bracco Ungherese in un testo di stampo divulgativo, che ho l'onore ed il privilegio di pubblicare in questa pagina del sito ufficiale dell'AMVCI.
Ammetto che ho una certa difficoltà a ricostruirne la bibliografia, dovrei citare tutti i libri che ho letto sull'argomento in oltre dodici anni di "passione vizsla", gli articoli delle riviste, spesso straniere, i siti internet visitati, i seminari e gli stage a cui ho partecipato in Ungheria. Ma la mia conoscenza attinge anche dai racconti degli amici specialisti di questa razza, dalle mie esperienze dirette, dai luoghi che ho visitato. Mi è davvero difficlile scindere ciò che ho letto da ciò che ho appreso in altri modi. Riporto perciò una bibliografia volutamente limitata ad alcune fonti che per me sono state importanti e che hanno contribuito in modo rilevante alla stesura di questo testo.

   Fonti:
   - Magyarvizslaklub.hu
   - Martha Lacko – A bit of Vizsla History
   - Marion Coffman - Versatile Vizsla
   - Elizabeth Mihaly’s report to the Magyar Vizsla Club of America
   - Vizsladatabase.com
   - Hungarianvizsla.hu
   - Ninehungariandogs.org
   - Paolo Bampo - Cinofilia: Expo, Prove ENCI e schede delle razze canine
   - Enci.it